L'INIZIATIVA. L'unione tra Goel e Progetto Sud di Don Panizza.
CATANZARO - «Ciò che vediamo è tutto da ricostruire» una frase che vale molto più di mille altre parole, che ha dato esordio all'intervento del presidente di "GOEL - Gruppo Cooperativo", Vincenzo Linarello, nel corso dell'incontro tenutosi nella mattinata di ieri presso la sala "Giuditta Levato" del Museo Storico Militare di Catanzaro. Evento di notevole rilevanza che lancia ufficialmente un nuovo e rivoluzionario progetto fatto di sogni, speranze e soprattutto dalla volontà di cambiare questa terra di Calabria. La realtà guidata da Linarello unisce così le forze con la Comunità Progetto Sud di don Giacomo Panizza per dare vita a "riCalabria", un'idea di riscatto, un percorso di cambiamento che punta a ridare alla socità civile un ruolo pubblico sul territorio. Facendo della diversità elemento di crescita ed arricchimento, la rinascita della regione passerà dunque - secondo quelle che sono le aspettative e le speranze riposte - in un dialogo aperto al confronto, alla discussione ed in particolare alla risoluzione di quelle problematiche e qui disagi che affliggono il popolo calabrese, dove la novità, spiegano i due attivi ideatori, punterà a realizzare ogni cosa facendo leva sulle proprie forze e su ciò che ognuno può mettere a disposizione autonomamente, senza dunque richiedere o delegare aiuto e sostegno alle istituzioni. Al tavolo dei relatori, moderato dalla giornalista Paola Cacianti, testimonial d'eccezione, il regista, scrittore ed attore Pierfrancesco Diliberto, meglio conosciuto con lo pseudonimo Pif, che sposando l'iniziativa, non ha fatto mancare la sua presenza nel giorno inaugurale di questo lungo cammino che da Cosenza a Reggio si concretizzerà in incontri con una cittadinanza pronta a ripartire, pronta a mettere nuovamente in moto «una regione attualmente simile - ha affermato Linarello - ad una zattera alla deriva». A pochi mesi dal rinnovo del consiglio regionale, don Panizza parla di speranza in un buon governo del territorio, che riconosca e rispetti la sovranità popolare e si fondi su un patto di sussidiarietà che non si esaurisca nelle elezioni. Per il sacerdote antimafia bisognerebbe dunque puntare ad un nuovo modello di governance in cui la società civile non venga ostacolata, ma abbia un ruolo attivo nell'elaborazione di progetti e di percorsi volti al cambiamento. Ma il "buon governo" non basta e per Linarello la Calabria ritrova l'unica e sola possibilità di voltare finalmente pagina nella voglia di cambiamento che risiede negli stessi calabresi. «Un'altra democrazia» la definisce il presidente di GOEL, una democrazia partecipativa alimentata dall'utilizzo di metodologie che mettano in campo il conforto creativo. Catturando l'attenzione con lo spirito e quell'ironia intelligente che lo contraddistingue, Pif ha poi invitato i presenti a farsi essi stessi leader dell'antimafia per non essere delusi da chi si erge a tale ruolo. Portando in paragone la mafia siciliana con la 'ndrangheta, evidenzia come 30 anni fa risultasse impensabile concepire una Sicilia che lotta contro la criminalità. «Abbiamo pagato un caro prezzo - ammette il regista - ma è successo», un prezzo a cui la Calabria, secondo Pif, non dovrà abbassarsi ma proseguire la sua battaglia «con un'antimafia così costruttiva e concreta che la mia regione non ha mai visto». A chiudere gli interventi, le parole del delegato della CEC per la Pastolare per i Problemi Sociali e il Lavoro, Mons. Francesco Oliva che ha auspicato ad una chiesa maggiormente vicina alla gente, che sappia uscire dalle sagrestie e non si limiti alle semplici funzioni liturgiche. «Rendere la gente di Calabria consapevole delle proprie ferite» è lo sprono del vescovo a riCalabria, con la speranza di costruire una società nuova e più positiva.