La democrazia partecipata di Goel e Progetto Sud

Gazzetta del Sud
28/04/2019

Presentato al Parco della Biodiversità il progetto "RiCalabria". Don Giacomo Panizza: «Abbiamo il diritto di voltare pagina».

La Comunità Progetto Sud e il gruppo Goel insieme per il cambiamento della Calabria. È questo l'obiettivo del progetto RiCalabria presentato ieri al Parco della Biodiversità da don Giacomo Panizza, presidente di Comunità Progetto Sud e Vincenzo Linarello, presidente di Goel, insieme alla giornalista Rai Paola Cacianti, l'attore e regista Pif e monsignor Francesco Oliva, delegato della Conferenza Episcopale Calabra per la Pastorale per i Problemi Sociali e il Lavoro. «Abbiamo pensato di promuovere l'utilizzo di metodologie che mettano il confronto creativo e la cosiddetta democrazia partecipativa» ha spiegato don Giacomo Panizza. «Abbiamo il diritto di voltare pagina attrsaverso un nuovo modello di governance in cui la società civile non venga ostacolata, ma abbia un ruolo attivo nell'elaborazione di progetti e di percorsi di cambiamento e nell'attuazione degli stessi». A dettagliare i contenuti del progetto, Vincenzo Linarello: «Perché la democrazia sia effettiva serva equità sociale ed economica nonché la partecipazione attiva della società civile al governo dei territori e alla soluzione dei problemi». Con RiCalabria saranno poste ai cittadini, attraverso incontri partecipati, tre domande: cosa vuoi cambiare in Calabria? Quali proposte di cambiamento pensi siano praticabili? Cosa sei disposto a fare per la loro attuazione? «È come se si formasse un organismo nuovo da gruppi di cellule» ha sottolineato la giornalista Paola Cacianti. Un cambiamento che passa dalla presa di responsabilità personale: «È arrivato il momento di diventare noi stessi i leader dell'antimafia e non delegare l'impegno» ha affermato il regista e scrittore Pif. Sulla necessità di diventare protagonisti del proprio futuro senza attendere risposte dall'alto si è soffermato anche monsignor Oliva: «Dietro il cancro della criminalità organizzata ci sono tante ferite, fragilità e povertà, occorre partire da quelle per dare risposte concrete senza equivoci».